Day 1: "arrivo a Budapest"

Milano Malpensa, zaino “back pack” sulle spalle e solita lieve apprensione per l’imbarco dei bagagli con una compagnia low cost.
Tutto liscio però. Nessuna tassa aggiuntiva, nessun liquido lasciato ai metal detector. Possiamo ufficialmente partire.

Dall’alto Budapest ci ricorda subito il suo triste passato: palazzoni grigi, impersonali, tristi, costruiti in epoca sovietica caratterizzando l’intera periferia, si scontrano con la vista di una elegante parte città con signorili palazzi color crema che si affacciano sul Danubio.

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Atterriamo e nemmeno il tempo di respirare l’aria ungherese che prendiamo la prima multa. Ottomila fiorini, circa 30 euro, perché il nostro biglietto del tram non era valido anche per la metro.
Ottima partenza.

C’è solo un modo per tirarsi su il morale: buttarsi sul cibo.
Troviamo un piccolo ristorantino con le classiche tovaglie a quadrettoni che sembra servire piatti tipici a buon prezzo.
Il pollo alla paprika con gnocchetti di patate e uova va per la maggiore ed in effetti é delizioso. Multa -quasi- dimenticata

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Posiamo le borse in ostello e scopriamo di aver prenotato un’intero appartamento con 4 stanze, bagno e cucina. Una reggia che vorremmo portarci dietro anche nelle prossime città.

Parlo al plurale perché siamo ben in sei: io, Toble, Gaby, Dod, Nich e suo fratello Lorenzo. Praticamente la totalità dei miei migliori amici, ossia i migliori compagni di viaggio che si possano avere.

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Ma parliamo della cittá: mozzafiato. Oggi abbiamo visto solo la parte lungo il Danubio e la parte alta, ma non esagero se dico che é ai livelli di Parigi.
La “Mathias Church”, il palazzo del Parlamento, ed il castello reale valgono il prezzo del biglietto (che in realtà non esiste perché sono visitabili gratuitamente all’esterno). Se a questo aggiungiamo un tramonto con sfumature dal rosa all’azzurro ed una luna piena rosso fuoco, direi che dal panorama si faticasse davvero a distogliere lo sguardo.
Il ponte delle catene illuminato ad hoc é stato infine la classica ciliegina sulla torta.

Budapest è pazzesca. Davvero. Pulitissima -parlo del centro- e vivace al punto giusto, con una storia alle spalle che si mostra attraverso un’architettura che non lascia indifferenti.

Direi che la multa é stata ripagata a dovere dalla bellezza del tramonto sulla città.

Stanchi, ma felici torniamo al nostro Pal’s Hostel non vedendo l’ora di tornare a visitare la zona che ci manca della magica capitale ungherese.

A domani.

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