Day 4&5: "burocrazia ciao"

I primi giorni nell’emisfero australe sono stati dedicati al surf, ai barbecue sulla spiaggia ed alle serate più esclusive.
Scherzo. I primi giorni nell’emisfero australe sono stati dedicati all’apertura di un conto in banca, all’acquisto di una sim card australiana, alla stipula di una assicurazione medica, alla ricerca di una casa ed all’ottenimento del “tax file number” che permetta di non dover pagare il 47% di tasse sullo stipendio.
Ora. Non voglio fare il solito discorso che la burocrazia italiana è una palla al piede rispetto a tutto il resto del mondo, quindi non lo dico. Però qui è bastata una firma digitale per il conto in banca, un form da compilare online di 3 minuti per il “tax file number” e 15 minuti di coda al massimo per aprire la polizza sanitaria.

Tra una scartoffia burocratica e l’altra abbiamo iniziato a cercare qualche azienda che importi all’ingrosso “Made in Italy” per chiedere se sono interessati a differenziare un po’ i loro acquisti con qualche prodotto tipico locale poco conosciuto.
La maniera più semplice per trovare i contatti è entrare in un supermercato, cercare un prodotto italiano, guardare l’etichetta e vedere da quale ditta australiana è stato importato.
Tutto facile e bello se non che per memorizzare il tutto, mi sia messo a fotografare le etichette come un giapponese in piazza di Spagna, il che ha attirato le attenzioni del proprietario: “hey man, do you want to open a shop?“.
La mia discrezione elefantesca ha convinto il proprietario che io sia lì per fregargli il lavoro, aprendogli un negozio di cibi italiani di fronte a lui. Rispondo che può stare sereno perchè i soldi per aprire un negozio non li ho e non li avrò per un bel po’.
Si convince a metà.
Non ci caccia via a calci in culo, ma decide di dedicare un’ora della sua giornata lavorativa per dirci che il “Made in Italy” non va più di moda, che non si vende più, che una volta aveva scaffali e scaffali di pasta e ora ha solo più un micro spazietto dedicato, che la gente vuole solo più roba bio e via dicendo.

Se lo dice lui, noi NON ci fidiamo :)

A sto punto ci tocca trovare i soldi per aprire un negozio di fronte a lui per fargli concorrenza, per cui da lunedì inizieremo a lavorare in una ditta di quadri a Melbourne, la Grolla.

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Già da domani ci toccherà quindi lasciare la tranquillità di Geelong per cercare casa a Melbourne.

Si passa da così

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A così

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Di bene in meglio direi!

Ora l’obiettivo è trovare una stanza doppia che costi meno di 1000€ al mese e che non sia a venticento chilometri dalla nostra bella aziendina di quadri. Ce la faremo :)

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