Day 9-10-11: "casa-lavoro-campetto-casa"

Terminata, ahimè, la settimana di ambientamento, è iniziata, ri-ahimè, la settimana lavorativa.
Come già accennato nei precedenti post, Gaby ed io, lavoreremo nell’azienda “La Grolla” che a ben vedere e facendo un po’ gli sgargianti, è un’azienda di interior design.

Purtroppo però non faremo i tester di poltrone svedesi, nè sceglieremo quale pantone abbinare a quel bellissimo tappeto da salotto. Anzi.

L’azienda dista 13 km da casa nostra e per ora il nostro unico mezzo è la bicicletta.
Il primo viaggio è durato 1 ora e 35 poichè ad ogni semaforo sembravamo due babbani con il telefono in mano e Google maps attivato.

Gaby da una parte, montaggio. ed io nella seconda, imballaggio e spedizione.
Inizio con il dover imballare quadri che in casa mia non ci starebbero nemmeno per la dimensione e penso tra me e me che sia un lavoro abbastanza faticoso.
Mezz’ora prima della pausa pranzo sento del trambusto vicino al portone di ingresso: è arrivato un camion che trasporta un grosso container granata. Sento chiamare il mio nome.
Dopo due minuti mi ritrovo dentro il container a lanciare giù 300 tappeti indiani 3 metri per 2. Mi manca già la mansione di impacchettamento quadri!
Scaricato tutto ed ammucchiati i tappeti all’ingresso dell’azienda, si può andare a mangiare. Mezz’ora di pausa.

Il pomeriggio è sempre in compagnia dei tappeti, perchè ovviamente sono di diverso tipo e quindi vanno suddivisi, contati e portati nel giusto scaffale. Io e Phil vinciamo questo ingrato compito.
Phil lavora da 6 mesi qui, gioca a football australiano, è grosso più o meno come una casa e dice che la giornata peggiore è proprio quando arrivano i container di roba pesante da scaricare. Iniziamo bene!
Chi cacchio si compra i tappeti nel 2015?? Sono anacronistici! Ci vivono gli acari! E poi sono anti-igienici!
Compratevi un Ipad che pesa poco, dai!

Alle 16.25 qualsiasi costa tu stia facendo lo molli lì e te ne vai a casa. Se sei l’ultimo chiudi la porta e la riporti il giorno dopo alle 8. Se l’ultimo è un malintenzionato che si porta a casa le chiavi per entrare di notte e svaligiare tut…No niente, evidentemente non esistono malintenzionati qui!

Ciao tappeti, vado al campetto.

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Il campetto si trova esattamente in mezzo alla City, nella zona della RMIT, una delle università di Melbourne -di cui vi parlerò- e pullula di gente da ogni dove.
In un campo in cui ci sono 8 persone, credo che ci siano al massimo due australiani. Filippini, italiani, francesi, africani, cinesi, tutti sotto il segno della palla a spicchi.
Il livello è tendenzialmente basso, ma è perfetto per riprendere un po’ di confidenza con il mio amato sport che nell’ultimo periodo ho un po’ trascurato.

Durante il secondo giorno di lavoro, nonvelostonemmenoadire, arriva un altro container. Questa volta di quadri.
Io e Phil, Phil ed io.

No, purtroppo non sono andato a fare il tester di poltrone svedesi.

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