5 cose che ci sta insegnando Trump

Non è sicuramente passato abbastanza tempo per giudicare l’operato di Trump, ma abbiamo già alcuni fattori da evidenziare:

1) dal discorso seguente la vittoria Trump ha a dir poco smorzato i toni.
La strategia aggressiva utilizzata durante tutta la campagna referendaria, è cambiata radicalmente un secondo dopo essere stato eletto.

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Cosa mi ha insegnato Buonanno

Qualche giorno dopo la morte di Gianluca Buonanno, sento la necessità di fare alcune riflessioni.
 
La prima, che dovrebbe essere assolutamente banale, è che spesso ci si dimentica quanto sia importante il silenzio.
I social network ci spingono sempre di più a commentare con impulso frenetico qualsiasi cosa accada intorno a noi. Più ciò che accade intorno a noi è di grossa portata, più questa frenesia ci ingigantisce.

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A Roma tutto liscio (o forse no)

Quindi, ricapitolando, è tutto molto semplice:
– Letta, che è del PD, si dimette perchè Renzi, che è del PD, pensa di poter essere migliore.
– Civati, che è del PD, non ha mai sostenuto il Governo delle “larghe intese”, in cui c’è il PD, nè tantomeno sostiene la fantozziana “staffetta” tra membri del PD.
– Cuperlo, che è del PD, lascia la presidenza del PD, perchè non gli piacciono i modi di fare di Renzi, che è del PD.
– Alfano volta le spalle al capo Silvio e fonda il temibilissimo NCD, che (essendo appunto NCD) non è il PD, ma sostiene il Governo Letta, che è del PD. Uhm.

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PD, la campagna ve la faccio io!

Ieri sera c’è stato l’atteso confronto tra i cinque esponenti del PD candidati alle Primarie che avverranno tra pochi giorni.
Dai numerosi commenti su Twitter ( #csxfactor ), mi è parso di capire che la gente abbia per lo più apprezzato tale confronto e che ogni partecipante sia uscito dal dibattito con la propria immagine leggermente migliorata. Chi più, chi meno ovviamente.
L’appuntamento di ieri sera, che il PD lo volesse o no, ha sicuramente fatto sorgere un paragone spontaneo con i dibatti pubblici che nell’ultimo mese hanno dominato la scena di tutto il mondo. Quelli tra il Presidente Obama e il Repubblicano sfidante Romney.
Se, come appena detto, il dibattito in sè è stato per molti un successo, una boccata di democrazia, con non troppo da invidiare a quelli oltreoceano ( oddio…sempre con le dovute proporzioni eh!), ciò che lascia veramente basiti è come i politici italiani curino in modo anacronistico e deficitario la propria immagine.

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