Cosa mi ha insegnato Buonanno

Qualche giorno dopo la morte di Gianluca Buonanno, sento la necessità di fare alcune riflessioni.
 
La prima, che dovrebbe essere assolutamente banale, è che spesso ci si dimentica quanto sia importante il silenzio.
I social network ci spingono sempre di più a commentare con impulso frenetico qualsiasi cosa accada intorno a noi. Più ciò che accade intorno a noi è di grossa portata, più questa frenesia ci ingigantisce.

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Domande sulla Fede

Caro amico, stimolato dalle nostre interessanti discussioni sulla religione, ho deciso di stilare una serie di riflessioni/domande a cui io tento, ogniqualvolta se ne ponga il problema, di rispondere. Per ovvie ragioni, cercherò di suddividerle in questioni sulla Chiesa (intesa come istituzione), sulla Fede e su Dio. Molto spesso però le cose si mescolano. Ho voluto evitare qualsiasi riferimento a fonti esterne ( se non alcune definizioni riportate) affinchè siano tutte domande che chiunque di noi possa porsi senza il bisogno di dover leggere un’intera biblioteca di teologia.

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Riflessioni con mio nonno.

Mio nonno è un grande. Lo è perchè ovviamente è mio nonno, ma lo è anche in modo oggettivo. Giuro!
Non particolarmente estroverso, ma dal carattere forte, ha passato la vita a fare il Direttore in banca.
Avrà iniziato suppergiù quando aveva 24-25 anni, per uscire poi da questo infausto mondo 35 anni dopo.
Ben mi ricordo il suo standard di vita lavorativa: sveglia alle 6.30, pranzo mai a casa, rientro in famiglia mai prima delle 20.30, difficoltà a scollegare la testa in modo totale dal lavoro nei momenti in cui era con tutti noi, stress alto. 

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