Day 7&8: "conquistati da Roma"

Se viaggiare in bicicletta è bello, viaggiare in bicicletta, costeggiando un fiume, con il vento a favore è paradisiaco.

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In men che non si dica arriviamo a Nimes ed essendo domenica, ci tocca trovare un ipermercato prima delle 12.30, sennò quest’oggi potrebbe toccarci il digiuno. Lo troviamo alle 12.29 circa ed in fretta e furia compriamo le solite due tre cose da mangiare, sotto gli sguardi minacciosi dei commessi, ansiosi di andarsene a casa.

Mangiamo nel non proprio elegantissimo parcheggio del supermercato e successivamente raggiungiamo l’info point, chiedendo spiegazioni su come trovare il campeggio. Ce ne sono due, entrambi ubicati fuori Nimes. Con la pancia piena per il pranzo, risaltiamo in sella e ci dirigiamo verso il posto indicato. Avete presente quelle strade, solitamente identiche, che partono dallo stesso punto, che vanno di direzioni simili, ma che sono divergenti e che quindi per geometria, non si incontreranno mai? Ecco. Noi abbiamo ovviamente scelto quella sbagliata e dopo 20 minuti ci siamo accorti che non c’era nessun campeggio, ma che anzi saremmo dovuti tornare indietro. Dopo un’ora abbondante, finalmente, arriviamo.

Espletate le solite funzioni di posa della tenda, raggiungiamo il centro di Nimes, dominato in tutto e per tutto dalla grandiosa arena romana.
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Il centro di questa cittadina è veramente carino e ben tenuto, ma probabilmente poichè è domenica, manca la vivacità di Aix o Avignone: le stradine sono semivuote, i bar quasi tutti chiusi ed in alcuni punti c’è un silenzio quasi surreale.
Troviamo una mostra fotografica aperta e ci infiliamo dentro senza pensarci troppo, ci accorgiamo però che le gambe iniziano a sentire il peso del lungo viaggio, così optiamo per un pomeriggio di vero relax: cosa c’è di meglio che gustarsi un caffè, in un dehor proprio di fronte alla spettacolare arena?

Ritrovate un po’ di energie, trottoliamo per il centro storico alla ricerca di scorci interessanti.
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Si fa sera. Finalmente è ora della nanna.

La mattina seguente si parte per Arles: la cittadina ai confini del parco naturale delle Camargue.
Ad Arles si torna a respirare quello spirito frizzante che abbiamo incontrato in tutto il viaggio: mercatini, artisti, biciclette, signore che fanno le compere. Che bello!

Anche questo centro è fortemente influenzato dalla cultura romana. Esistono ancora un foro, un teatro, un anfiteatro ancora utilizzato per concerti, un circo e delle terme. Tutto tenuto perfettamente in ordine e pulizia.
C’è un secondo grande fatto influenzante però ad Arles: Vincent Van Gogh. L’artista olandese ha speso in questa cittadina tumultuosi, ma produttivi anni della sua vita.

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La campagna francese, i fili d’erba ingiallita, il ponte in legno e il lento fiume che scorre sotto di noi, fermano il tempo per una mezz’oretta. Siamo in una zona dove non passa una macchina e dove gli unici rumori sono quelli della natura. Senza dircelo io e Mark decidiamo di non parlare per un po’, stando lì a goderci quel paesaggio per parecchi minuti.

Nel tardo pomeriggio decidiamo di tornare nel nostro camping che è pure dotato di piscina. Mentre Mark si rilassa su una sdraio, io faccio quello che a fine giornata, è diventato un appuntamento fisso: tracciare a matita sulla cartina, il tragitto percorso e le mete visitate nelle ultime 24 ore.

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Un’altra tappa è stata raggiunta. Un’altra meta visitata. Altri chilometri sono stati macinati sotto le nostre ruote. Avanti così.

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