#1: imprenditoria giovanile

Parto dall’argomento di maggior attualità e quello che necessita di maggior spinta in questo periodo: l’economia. Il cappello introduttivo a quanto segue, lo potete trovare qui.

Tralasciando il fatto che le competenze del Comune in materia non sono troppo vaste e tralasciando il fatto che il Comune non possa fare molto se in una Provincia come la nostra non esista un mega-outlet, una fiera, un chiamatelo come volete che riunisca i principali brands locali (con quelli del tessile, ovviamente, a fare da traino), ciò che invece non si può tralasciare è il settore dell’imprenditoria giovanile.
Ho provato sulla mia pelle quanto non sia facile buttarsi nel mondo del lavoro, soprattutto se il sogno è quello di crearsi qualcosa di proprio.
A riguardo, ciò che abbiamo proposto sono punti semplici e facilmente attuabili:

a) aiutare i giovani a reperire le informazioni necessarie per iniziare a districarsi nella burocrazia italiana, utilizzando quanto più possibile i social network e creando una collaborazione permanente tra SUAP (sportello unico per le attività produttive) e il centro “informagiovani”. Costo zero.

b) la creazione di bandi a scadenza semestrale in cui i migliori progetti di impresa under35, possano usufruire sostentamento economico per l’avviamento dell’attività. I fondi regionali ed europei per progetti simili sono meno rari di quanto si possa pensare;

c) meeting trimestrali tra under35 (ma anche gli over sono ben accetti) possessori di un’attività propria e la Giunta comunale per cercare di comunicare in maniera più diretta possibile, cercando di trovare le migliori modalità con cui la Pubblica Amministrazione possa facilitare l’attività imprenditoriale. Costo zero.

d) collaborare attivamente con i nuovi spazi co-working che stanno nascendo sul territorio. Ho avuto la fortuna di lavorare in un co-working torinese ed è una struttura incredibilmente funzionale: nel giro di 1000mq circolano idee, si collabora a progetti, si trovano facilmente competenze utili alla propria causa e soprattutto è una struttura che dimezza i costi che un lavoratore deve sostenere per una postazione di lavoro tradizionale (un ufficio ad esempio). Insomma, i co-working creano lavoro e dimezzano i costi di esso. Provare per credere.
Il Comune non può perdere l’opportunità di agevolare i propri giovani (e meno giovani) facilitandone l’ingresso in queste strutture.
I costi ovviamente ci sono, ma gli investimenti sul mondo del lavoro sono al primo posto tra le priorità attuali.

Per quanto riguarda gli aspetti economici più globali, rimando all’intero programma economico: qui.

Leggi anche la parte su Sport e Sociale

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@LucaMurta

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Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)