#2: lo sport
Il secondo argomento a cui mi sono dedicato è lo sport. Il cappello introduttivo a quanto segue, lo potete trovare qui.
Una delle cose con cui mi sono trovato maggiormente in linea con Marco Cavicchioli è il fatto che sia compito del Comune permettere ai propri cittadini di svolgere il maggior numero possibile di attività sportive, in modo gratuito e pubblico: un campetto di basket, un campo da tennis in cemento, una pista per correre con percorso vita, un campo da beach volley. Il tutto possibilmente accanto a strutture dedicate ai bambini (scivoli, altalene e robe così, non sto parlando di Gardaland), così da amplificare ancora di più l’obiettivo ludico-congregativo che lo “sport pubblico” dovrebbe avere.
I costi che si devono sostenere non sono così alti come si possa pensare (20mila euro circa per un campetto da basket nuovo di zecca) soprattutto sapendo che molte di queste strutture potrebbero essere costruite in spazi aperti in disuso semplicemente riadattando il suolo ed inserendo gli attrezzi necessari all’attività.
Per comprendere come vorremmo gestire tali strutture pubbliche, vi invito a conoscere gli amici del campetto di Cossila: un gruppo (assolutamente APOLITICO) di ragazzi che cura il proprio campetto come se fosse quello di casa propria, autofinanziandosi per apportare le migliorie ritenute necessarie ed organizzando eventi per racimolare fondi.
Pur essendo encomiabile il loro spirito, meriterebbero (quando possibile e quando richiesto) che il Comune vada incontro alle loro esigenze, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione straordinaria.
Tale modello, in cui il privato si prende cura del pubblico, andrebbe riproposto in quante più strutture possibile.
A seguire penso che sarebbe fondamentale ridare importanza alle ore di educazione fisica scolastica, che spesso non vengono sfruttate nella maniera più consona.
L’idea è quello di barattare con le società sportive gli incentivi per l’affitto di strutture comunali chiedendo in cambio degli allenatori da inserire al fianco dei professori di ruolo nelle ore di educazione fisica, appunto. Io ti faccio pagare il meno possibile l’affitto della palestra comunale, tu in cambio mi offri 50 ore l’allenatore di cricket che andrà a fare lezione in tutte le scuole del Comune, ok?
Ovviamente si ha un minor introito dall’abbassamento degli affitti delle palestre, ma se in questo periodo non si agevolano le società sportive, queste muoiono. E se muoiono, gli affitti passano dall’essere bassi all’essere nulli (oltre ovviamente a tutti i danni sportivi e sociali che derivano dalla scomparsa di una società sportiva).
Infine credo che si possa assolutamente migliorare la pubblicizzazione degli eventi sportivi territoriali che già esistono e quelli che avverranno in futuro.
I social network possono dare una grossa mano con costi minimi. Con poche centinaia di euro si possono creare campagne promozionali ad hoc per ogni evento, che attirino persone anche all’infuori dei confini biellesi.
Biella non sarà mai una città dal turismo di massa, se non sfruttiamo nemmeno quello legato agli eventi sportivi (spesso di grande prestigio) e non, possiamo scordarci anche il turismo di nicchia.
Concludendo, ringrazio e rispondo all’intervistato di questo articolo che mi cita implicitamente: all’Oremo io ti accompagno volentieri!
Se si potesse tornare indietro di 3-4 anni però, ti chiederei di spendere con me ed i miei amici il weekend che abbiamo passato in via Italia a raccogliere firme per una mozione in favore di un nuovo campetto a Biella e se hai voglia, ti chiederei di ritrascorrere con me anche i 4 pomeriggi passati in compagnia dell’Assessore dello sport per cercare di trovare un accordo sull’argomento.
Giuro che mi riesce difficile comprende il perchè tu abbia voluto tirare fuori questa polemica. Attendo però volentieri il tuo invito a gironzolare tra i campetti del biellese per capire cosa si possa fare a riguardo.
Leggi anche la parte su Economia e Sociale
@LucaMurta