Pensieri italioti sul Charlie Hebdo

Ad una settimana dal terribile attentato direi che si può cominciare a tirare le somme dei ragionamenti (il)logici fatti da un gran numero di compaesani sulle cause-concause-conseguenze dell’accaduto.
Riassumo in uno stream of consciousness tutto italiota:
“Quelli lì sono tutti dei bastardi e io nel mio Paese non li voglio..Quindi se si avvicinano ancora nel mio Paese dobbiamo spararli come fa Putin..No, però sparare è brutto e poi mi danno del razzista, quindi se vogliono proprio venire, facciamo tanti tanti controlli ed entro 3 giorni dall’arrivo devono mangiare solo pizzoccheri della Valtellina e sapere l’Inno di Mameli al contrario..però w la libertà di espressione eh e soprattutto #JeSuisCharlie… No però oh vaffanculo, pensandoci i controlli costano e l’Europa delle banche non ci aiuta e Mare Nostrum è un’operazione dei comunisti..Spariamoli, ma di nascosto tanto chi cacchio ci becca..E poi in Australia fanno già così e guarda come stanno bene.. E quelli che già vivono qui se ne devono andare a calci in culo se non li piace il nostro Paese..Anzi..Se ne devono andare tutti perchè io mica so se uno dice la verità e magari dice che l’Italia è bella e poi è una kamikaze come quell’altro di Parigi..Fora dai bal tutti……………………………………………………………………………………pausa di riflessione …………………………….. ………………………………………………… Peròòò…è così bbbuono il kebab di Horas quando non hai voglia di cucinare e poi ho pure El Kaddouri e Gervinho al fantacalcio… Uhm… Vabbè… Comunque pena di morte per tutti gli attentatori e castrazione chimica per gli stupratori..e poi non è possibile che Fabrizio Corona per tre foto sia ancora in carcere mentre sta gente qui va in giro a piede libero..”

Amen.

Si ride per non piangere!

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Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)