Guerra social-e


Avete mai pensato quanto internet e i social stiano cambiando gli occhi del Mondo nel guardare le guerre in terre che ci sembrano lontane anni luce?
Partiamo da Gennaio 2011. Il tunisino Mohamed Bouazizi decide di darsi fuoco per protestare contro il proprio governo.  Morirà il 4 Gennaio in seguito alle ferite riportate dopo questo gesto.
Nessuno tra i media tradizionali internazionali dà peso alla notizia. Qualche articoletto qua e là e poco più.
In Tunisia invece si scatena la popolazione: prima di quella data nel Paese c’era una media di circa 2500 “tweet” al giorno, a fine Febbraio si raggiungono picchi di 11.000 “tweet” quotidiani. Mohamed Bouazizi diventa un simbolo per la popolazione.
Stesso periodo, questa volta siamo in Egitto. Il 25 Gennaio circa 50.000  manifestanti scendono in piazza Tahrir contro il Governo Mubarak che incautamente decide di staccare le reti internet per cinque giorni. Passo falso, falsissimo. Impossibile fermare il web e la mossa non fa che aumentare la rabbia dei manifestanti: nel giro di sei giorni diventano 250.000 e su Facebook viene aperta la pagina “Tahrir Square” ( che oggi conta 330.000 like) in cui tutto il mondo viene informato in tempo reale sugli avvenimenti egiziani.
L’arresto di Wael Ghonim ( blogger, attivista politico e dirigente Google) è un altro suicidio politico.
In Libia Gheddafi cerca di tagliare fuori la Cirenaica isolandola telefonicamente. In poco tempo viene creata “Free Libyana”, una linea telefonica artigianale costruita dall’ingegnere Ousama Abushagur.

Fatta una breve carrellata di come i social network abbiano influenzato tali rivoluzioni, va precisato che in realtà in tali Paesi la percentuale di utilizzatori di internet era ed è ancora abbastanza bassa. Va però preso in considerazione che  i pochi utilizzatori nordafricani di internet sono perlopiù giovani laureati, scienziati, attivisti politici, commercianti e così via. Insomma la parte più attiva ed influente della popolazione. Esattamente quelli che nel gergo del web chiameremmo “influencers”.

Novembre 2012. Riprendono gli scontri tra Palestina ed Israele. Reperire informazioni a riguardo che siano “pure e candide”, disinteressate, oggettive e distaccate è impresa ardua.
A differenza della “Primavera araba” ogni Tg ci parla della striscia di Gaza, ogni giornale pure. Ma voi, nonostante le migliaia di notizie che ci spiattellano in faccia a ora di pranzo e cena, riuscite a comprendere ciò che sta accadendo veramente laggiù? Io no.
Primo perchè per comprenderlo veramente bisognerebbe prendersi un bel libro di storia e iniziare a leggere articoli riguardanti la “Terra promessa”, passando per la Guerra dei 6 giorni finendo per leggere qualche biografia su Peres, Arafat o Sharon.
Secondo perchè ci sono troppi interessi politici dietro. USA da una parte, Iran dall’altra.
Fortunatamente abbiamo il web. Voglio citarvi in particolare tre articoli provenienti da due blogs diversi.
Il prima l’ho trovato su marketingarena.it , blog di Giorgio Soffiato. Israel Defense Force sta letteralmente combattendo una guerra sui social, pubblicando tutto ( tutto quello che vogliono ovviamente..) ciò che accade in questi giorni. Vi consiglio davvero la lettura di questo ARTICOLO
Gli altri due provengono entrambi dal famoso blog di Rudy Bandiera ( www.rudybandiera.com ). Sono simili, ma opposti.
Scritti entrambi da due ragazze italiane che vivono nella zona di conflitto. La prima però vive nella Striscia di Gaza, la seconda in Israele. Entrambe ci raccontano le ore di terrore che stanno vivendo in questi giorni ed entrambi non si capacitano come nel 2012 si possa ancora combattere una guerra così crudele ed indiscriminata. Mi fermo qui. Leggete gli articoli ;)

Ecco cosa succede davvero in Israele (visto da Israele)

Ecco cosa succede davvero nella Striscia di Gaza (visto da Gaza)

La prossima volta che qualcuno vi dice che i social sono una perdita di tempo, fategli notare che probabilmente è lui che li usa come tali!

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Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)