Le vie ferrate

Ci sono un sacco di modi per avvicinarsi alla montagna. Dalla semplice passeggiata, all’alpinismo più estremo. In qualsiasi caso riusciremo però appunto, solo ad “avvicinarci” ad essa.
Per quanto bravi, esperti e coraggiosi possiamo essere, la montagna sarà sempre un qualcosa più grande di noi, spesso incomprensibile e molte volte spaventosa. Ed è tutto questo che la rende così affascinante. Perchè le montagne sono indomabili, perchè ti fanno sentire piccolo e perchè rendono il mondo in cui siamo abituati a vivere, una macchietta di colore in fondo all’orizzonte.
Recentemente ho avuto la fortuna di provare l’esperienza della via ferrata che, fin dal primo momento mi è sembrata la perfetta sintesi tra il trekking estremo che vediamo fare da alpinisti professionisti in TV e il trekking della Domenica, che almeno una volta nella vita avremo fatto assieme alla nostra famiglia.
Le vie ferrate consistono in percorsi tracciati da un cavo di acciaio che si snoda tra pareti di roccia, canyon, cascate, ponti tibetani e quant’altro. Tale cavo è fissato alla roccia ogni tre/quattro metri, tramite lunghi chiodi di ferro. L’altra caratteristica di questa vie è che nei passanti più difficili vengono spesso inseriti degli appoggi in acciaio per mani e piedi.
La bellezza delle vie ferrate sta proprio in questo: il cavo e gli appoggi permettono di fare l’intera passeggiata in estrema sicurezza, inoltre tramite l’ausilio di questi aiuti, sia i ragazzini che le persone un po’ più anziane, hanno la possibilità di provare un’esperienza unica e visitare posti che altrimenti non potrebbero visitare.
Si parte con una semplice imbragatura “a mutanda” e due moschettoni legati ad essa, più ovviamente il caschetto in testa (fidatevi che è fondamentale!). Giunti al punto di partenza, basta agganciare i propri moschettoni al filo di acciaio, prendere un po’ di coraggio e concentrarsi. Il primo pezzo sarà probabilmente il più difficile perchè mancherà un po’ di manualità nel togliere e rimettere i moschettoni quando si raggiunge un chiodo di fissaggio, perchè il nostro occhio avrà più difficoltà nel cercare appigli poco evidenti e perchè dover restare aggrappati con una mano ad un pezzo di roccia con dietro uno strapiombo di qualche centinaio di metri alle spalle, ci spaventerà abbastanza. Giuro che però tutto questo lo percepirete solo all’inizio, l’adrenalina e l’acquisita manualità, renderanno il vostro percorso molto più semplice ed entusiasmante!
Come brevemente accennato, l’attrezzatura necessaria è veramente ridotta all’osso: l’imbragatura con i due moschettoni caratteristici costa sui settanta euro circa e il caschetto un’altra cinquantina di euro. Non serve altro! Con poco più di un centinaio di euro avrete tutto il kit necessario per prendere e partire.

La scelta del percorso è vasta, soprattutto nel nord Italia. Se volete dare un’occhiata alle ferrate più famose, fate un giro in questo sito: www.vieferrate.it/relazioni.html
Il mio personale consiglio è di fare le prime uscite assieme ad un amico esperto che vi dia qualche consiglio su come mettere l’imbragatura correttamente, come affrontare la parete o come usare i propri moschettoni. La ferrata è uno sport “estremo, ma sicuro”, non approfittiamone troppo però. Ci si ritrova spesso ad avere a che fare con strapiombi esposti, rocce scivolose o ponti costituiti da due cavi di acciaio e basta. L’aiuto e i consigli di un vostro amico con qualche altra ferrata sulle spalle, non può che farvi bene!

Il video (da guardare il 1080HD) della mia prima esperienza assieme al mio amico Mich (il cameraman):

Le foto della ferrata:

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Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)