Se l’Italia avesse la Tour Eiffel.

Tra le varie manovre, manovrine, manovrette, agende montiane, decreti piccoli o grossi che abbiamo toccato con mano negli ultimi anni, un settore su cui si sono sempre puntati pochi riflettori è quello turistico.
Mi son sempre risposto inconsciamente da solo dicendo che un Paese di 60 milioni come l’Italia deve ripartire dall’industria o dal settore terziario, non dal giapponese vestito male che arriva a Venezia a godersi le nostre bellezze. O meglio. Supponevo che il turismo potesse essere un buon contorno alla ripresa economica, un punto successivo su cui focalizzarsi dopo manifatture e istituti, non di sicuro un’eventuale colonna portante di una ripresa.
Leggendo qua e là, ho però iniziato a valutare la cosa in modo diverso.

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