Se l’Italia avesse la Tour Eiffel.

Tra le varie manovre, manovrine, manovrette, agende montiane, decreti piccoli o grossi che abbiamo toccato con mano negli ultimi anni, un settore su cui si sono sempre puntati pochi riflettori è quello turistico.
Mi son sempre risposto inconsciamente da solo dicendo che un Paese di 60 milioni come l’Italia deve ripartire dall’industria o dal settore terziario, non dal giapponese vestito male che arriva a Venezia a godersi le nostre bellezze. O meglio. Supponevo che il turismo potesse essere un buon contorno alla ripresa economica, un punto successivo su cui focalizzarsi dopo manifatture e istituti, non di sicuro un’eventuale colonna portante di una ripresa.
Leggendo qua e là, ho però iniziato a valutare la cosa in modo diverso.

Non sarà certo questo blog a farvi scoprire le bellezze del nostro Paese, nè a farvi scoprire che l’Italia ha il maggior numero di siti (49!) indicati dall’Unesco come patrimoni dell’umanità. Qualche altro dato a riguardo è però molto meno noto ed economicamente interessante.

Partiamo dal presupposto che l’Italia è il quinto Paese più visitato al mondo con circa 46 milioni di visite annuali secondo la ?United Nations World? ?Tourism Organization e che gli introiti derivanti dal turismo sono stimati a circa 32 miliardi (miliardi eh) di Euro ( dati 2012).
Davanti a lei per visite ci sono Spagna ( con quasi 10 milioni di visitatori in più), Cina, Stati Uniti e Francia che raggiunge la ragguardevole cifra di quasi 80 milioni di turisti annuali.

Tralasciando le solite gare a chi ce l’ha più lungo tra noi e i francesi, sarebbe il caso di esaminare questa discrepanza così ampia, quasi doppia, tra noi e loro.
Alcuni indici ci possono essere di aiuto, soprattutto quelli riguardanti la nostra competitività turistica. Il Travel & Tourist Competitiveness Report redatto dal World Economic Forum, relega l’Italia al 18° posto europeo ed al 26° mondiale. Tale indice tiene conto delle qualità delle leggi e delle politiche che governano il settore turistico, delle infrastrutture e delle risorse umane e culturali messe a disposizione del turismo.
Tanto per capire il podio di questo indice è saldamente nelle mani di Svizzera, Germania e Austria.
L’agenzia di marketing internazionale FutureBrand si è spinta oltre chiedendo a 3600 persone  di 18 stati diversi, di valutare la reputazione di un Paese. L’Italia è quindicesima ed il giudizio è fortemente abbassato a causa del nostro sistema di valori ( che pare non piacere agli stranieri) e dall’attrattività dello stivale per investimenti esteri.

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Se questi indici vi convincono poco, per comprendere il nostro potenziale non sfruttato basta scoprire che tra tutti i turisti stranieri che passano le vacanze da noi, solo il 13% sceglie una meta nel sud Italia. Tolta Roma ed alcune mete rinomate della Sardegna, il resto sembra sconosciuto ai più nonostante poi, una volta conosciuto, venga apprezzato soprattutto dal punto di vista culinario e della cortesia ( dati Sole24ore).
E quanti introiti alle casse italiane porterebbe un aumento di turisti al sud? Difficile da dire, ma facendo una semplice proporzione tra i visitatori attuali e gli introiti attuali, se solo riuscissimo ad eguagliare la Spagna ( bella, ma sicuramente non quanto il Belpaese), si arriverebbe a quasi 40 miliardi di euro di entrate annuali grazie a questo settore. Non proprio noccioline, contando che ad esso sarebbe anche legato un aumento dell’occupazione in tutte le mansioni relative al turismo.

Prometto personalmente che non riderò più se vedrò un turista giapponese con i sandali e le calze, ma prometto anche che quando diventerò ricco, aprirò una scuola per gelatai, pizzaioli, guide turistiche, restauratori, agenti di viaggio, animatori e cuochi sopraffini. Speriamo però che prima ci pensi anche qualcun altro!

UPDATE del 02/08/14
“Secondo l’Osservatorio nazionale del turismo, che si è basato su dati della Banca d’Italia e dell’Istat rielaborati dal Centro internazionale di studi sull’economia turistica (Ciset), la spesa turistica totale in Italia nel 2013 è stata di circa 96 miliardi di euro (63 relativi ai turisti italiani e 33 agli stranieri), pari al 10% dei consumi finali interni. Calcolando che 1.000 euro di consumo turistico generano 727 euro di ricchezza prodotta, il turismo produce ben 70 miliardi di ricchezza” Il Sole 24 Ore, articolo completo

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Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)