Indice GNH

Alla scoperta dell’indice GNH

Il seguente articolo è il riassunto della mia tesi di laurea triennale. E’ più lungo dei classici articoli “da blog”, ma l’argomento, almeno secondo il mio punto di vista, è davvero interessante: l’indice GNH, gross national happiness.
GNH website

Capitolo I: “i limiti del PIL”

Chiunque di noi può constatare, semplicemente accendendo la TV e guardando il primo telegiornale disponibile, che viviamo ormai  in un’epoca in cui la massima preoccupazione di chi ci governa è mantenere il più basso spread possibile e non essere declassato dalle tre principale agenzie di rating. Questo, a loro dire, per il benessere di noi cittadini.
Siamo quindi profondamente convinti che il benessere reale di una persona sia una conseguenza di un benessere economico che è diventato la condicio sine qua non dell’esistenza stessa della persona occidentale.
Non è un caso infatti che l’indice che si utilizza per misurare la ricchezza delle Nazioni sia il PIL.
Questo indice esprime il valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti in un Paese durante l’anno, destinati ad usi finali.
Senza stare troppo a dibattere sui metodi di misurazione del PIL, risultano chiari tre grossi ed insormontabili limiti:
– vengono tenuti in considerazione solo fattori meramente economici;
– alcuni fattori socialmente negativi sono direttamente proporzionali alla crescita del PIL. In altre parole il degrado ambientale dovuto all’industrializzazione cresce di pari passo all’indice, così come l’aumento dell’inquinamento dovuto al settore automotive. Non si tiene insomma conto se l’auto è a benzina o GPL. Quello che è importante è che l’industria delle autovetture, venda.
– non si tiene conto della diseguaglianza economica. Il PIL infatti non tiene conto di come la ricchezza venga distribuita all’interno della popolazione;

La crescita economica viene quindi mischiata in un calderone unico, in cui non si tiene conto dei costi sociali negativi che può ad esempio portare l’apertura di un’industria vicino ad un centro cittadino, nè tantomeno di fattori di sviluppo umano come la cultura e l’istruzione.

Uno tra i primi a denunciare tali limiti fu il Senatore democratico Robert Kennedy che nel 1968 tenne questo discorso:
« Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l’inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell’equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta »

Negli ultimi quarantanni si sono formate fortunatamente nuove correnti socioeconomiche che hanno cercato di trovare una soluzione a tale problema.
Nascono così degli indici alternativi come l’ISEW, il GPI, l’HDI, l’SWB ed infine l’indice GNH.

Capitolo II: “Gross National Happiness”

Il IV re del Buthan, tal Jigme Syngie Wanchuck asseriva con forza che: “Gross National Happiness is more important than Gross National Product”.
Ma cosa centra il Buthan, un minuscolo Stato incastonato nell’himalaya, esteso come l’Estonia e con la stessa popolazione della città di Palermo?
E’ stata proprio la lungimiranza del monarca buthanese a permetterci di poter utilizzare quello che è considerato il miglior indice alternativo al PIL: l’indice GNH.
Formato da 33 indicatori, suddivisi in 9 categorie, soppesa nel dettaglio ogni singolo aspetto della vita umana, sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo.
In questa tabella ho raccolto tutti gli indicatori, suddividendoli per categorie ed indicando la percentuale che viene considerata per il calcolo finale dell’indice:

Indice GNH (tab.A)

Categorie

Indicatori

Indici
standard
1)Stile di vita 1a)Beni di proprietà(33%) 1b)Qualità della dimora(33%) 1c)Entrate della famiglia per individuo(33%)  
2)Salute 2a)Salute mentale(30%) 2b)Numero di
giorni in
salute(30%)
2c)Grado di disabilità(30%) 2d)Sensazione
di salute
personale(10%) 
3)Educazione 3a)Alfabetizzazione(30%) 3b)Scolarizzazione
(30%)
3c)Cultura generale(20%) 3d)Valorisociali(20%)
4)Utilizzo del proprio tempo 4a)Tempo dedicato al lavoro(50%) 4b)Tempo dedicato al sonno(50%)
Indici nuovi 5)Buon Governo 5a)Servizi(40%) 5b)Partecipazione Politica(40%) 5c)Rispetto dei diritti fondamentali(10%) 5d)Performance Governative(10%)
6)Diversità ecologica & capacità di recupero 6a)Conseguenze urbanizzazione(40%) 6b)Conseguenze sul sistema ecologico(10%) 6c)Danni alla fauna e flora(40%) 6d)Senso di
responsabilità
per l’ambiente(10%)
Indici Innovativi 7)Benessere Psicologico 7a)Soddisfazione di vita (33%) 7b)Emozioni Positive(17%) 7c)Emozioni Negative(17%) 7d)Fede(33%)
8)Vita di comunità, spirito civico 8a)Donazioni ( tempo e denaro)(30%) 8b)Famiglia(20%) 8c)Sicurezza(30%) 8d)Relazioni con la comunità(20%)
9)Differenza culturale & capacità di recupero 9a)Conoscenza propria lingua madre(20%) 9b)Partecipazione culturale(30%) 9c)Abilità artistiche(30%) 9d)Buona educazione
&
comportamento(20%)

Come si può notare, vengono presi in considerazione aspetti della vita umana, prima mai presi in considerazione. La precisione dell’indice GNH però, non si ferma qui. Per ognuno dei 33 indicatori infatti, sono stati creati dei sub-indicatori ancora più dettagliati.
Tali sub-indicatori sono stati inseriti in una domanda a cui qualsiasi individuo possa rispondere con un valore compreso in un determinato range numerico.
Ad esempio per misurare l’indicatore “cultura generale” viene posta al cittadino la seguente questione contenente vari sub-indicatori (sottolineati): “Conosci leggende locali e storie folkloristiche, festività locali, modalità di trasmissione AIDS ?”
Davanti a questo punto interrogativo il cittadino può rispondere con un valore numerico compreso tra il range predefinito 5 – 25. La sufficienza si raggiunge a 19.
Tale soglia di sufficienza, viene detta soglia di felicità e sarà poi fondamentale nel calcolo finale dell’indice.

Come indicato in tabella, ogni indicatore ha un peso percentuale all’interno della propria categoria. Per poter calcolare quindi la felicità di un individuo in una determinata categoria, si dovrà fare la media ponderata degli indicatori appartenenti ad essa.
Per la categoria “educazione”, ad esempio avremmo 4 indicatori: alfabetizzazione che pesa il 30%, scolarizzazione (30%), cultura generale (20%), valori sociali (20%). Se più del 50% di questi indicatori, avrà superato la soglia di sufficienza, allora l’intera categoria sarà sufficiente. Tutto chiaro fin qui?

Calcolata la media ponderata dei vari indicatori suddivisi per categoria, avremo 9 valori semplicemente indicati con la sufficienza o l’insufficienza. Se sei o più di essi saranno sufficienti, l’individuo intervistato potrà ritenersi felice, viceversa sarà un individuo “non ancora felice”.

Per il calcolo totale dell’indice è importante tenere conto delle persone “non ancora felici” e di quante categorie mancano per raggiungere la soglia di felicità. Se quindi un individuo avrà solo quattro categorie sufficiente, necessiterà ancora di due categorie per essere definito un individuo felice. Tenuto conto di questo fattore, si può calcolare l’indice tramite questa semplice formula:

GNH = 1-(A*B)

A= percentuale delle persone “non ancora felici”.
B= percentuale di categorie in cui le persone “non ancora felici” non raggiungono la soglia di sufficienza.

Capitolo III: “i limiti del GNH”

Anche il nostro indice GNH non è esente da limiti strutturali e concettuali purtroppo. Tra i principali si possono segnalare i seguenti:
– difficolta di misurazione quantitativa, per concetti estremamente astratti.
Provate a chiedere a voi stessi quanto siete felici. Difficilmente userete un valore numerico, ma molto probabilmente risponderete usando termini come molto, poco o abbastanza.
Inoltre la vostra risposta sarà fortemente influenzata da fenomeni che vi sono accaduti recentemente e poco da fattori ormai lontani nel tempo. Potremmo essere le persone più felici del mondo, ma se due ore prima abbiamo bucato la gomma sotto il diluvio, la nostra risposta sarà influenzata eccessivamente in modo negativo. Ovviamente la cosa vale anche per il contrario.
– l’indice GNH andrebbe un po’ “occidentalizzato” per poter essere utilizzato anche dalle nostre parti. Alcuni sub-indicatori infatti appaiono anacronistici e del tutto inadatti alla nostra società.
Qualche esempio? La soglia di sufficienza nell’indicatore “scolarizzazione” la si raggiunge avendo frequentato le scuole elementari. Troppo poco ovviamente.
La qualità della dimora tiene conto della presenza dell’elettricità, la qualità del tetto e la presenza di bagni. Fortunatamente in Europa la grandissima parte delle persone ha l’elettricità in casa, un tetto in muratura e dei bagni con l’acqua corrente in casa. Mantenendo tali sub-indicatori, si rischierebbe quindi di avere il 95% delle persone che raggiunge il valore numerico massimo del range. Andrebbero quindi innalzati un po’ i fattori discriminanti di questo indicatore. Presenza di più piani su cui vivere, casa con piscina, presenza di fibra ottica, accessibilità ai mezzi pubblici e così via;

Capitolo IV: “opportunità offerte dall’indice”

Le opportunità offerte dall’utilizzo di questo indice, sono per me, vastissime. Le suddivido per comodità, anche qui, in un elenco:
– utilizzando il GNH, la classe politica perseguirebbe obiettivi diretti maggiormente al benessere del cittadino piuttosto che fossilizzarsi solo su obiettivi di natura economica;
-in Buthan, dal 1961 ad oggi, si è raddoppiata l’aspettativa di vita, l’alfabetizzazione è passata dallo 0.5% al 95%, il 30% del territorio è protetto in un sistema di parchi nazionali collegati da corridoi per la migrazione della fauna, è permesso il turismo solo in misura sostenibile e non invasiva, Il Re ha abdicato spontaneamente nel 1998 dando via ad un forte processo di democratizzazione ed infine nella classifica basata sull’indice HDI, il Buthan è tra i primissimi Paesi tra quelli in via di sviluppo;
– l’istruzione e l’informazione in generale virerebbero in una direzione meno consumistica e più umanistica. Pensiamo se tra le 3600 informazioni che in media il nostro cervello acquisisce al giorno, ce ne fossero meno di carattere consumistico-pubblicitario e sempre di più riguardanti la cura della famiglia, la partecipazione ad eventi socio-culturali, la cultura o il volontariato, per citare solo alcuni dei sub-indicatori del GNH. Ed ancora, pensiamo se nelle nostre scuole si insegnasse il rispetto della natura, i valori della eco-sostenibilità, l’importanza della vita di comunità e altri fattori che stanno perdendo via via peso nella nostra società. Non a caso in Buthan una grossa fetta degli investimenti pubblici, è dedicata all’insegnamento dei valori del GNH.
– se si usasse il GNH come indicatore del benessere di una Nazione occidentale, cambierebbe il modo di utilizzare la spesa pubblica? Credo che la risposta sia assolutamente affermativa. Il GNH diventerebbe ciò che è il PIL adesso, cioè la cartina tornasole per il buon andamento di uno Stato e quindi sarebbe più o meno direttamente il metro di giudizio dell’operato di un Governo. Di conseguenza tutti gli aspetti sociali ed ambientali che venivano trascurati dal Prodotto Interno Lordo, attirerebbero verso di essi gli interessi della classe politica in primis e dell’intera popolazione in un secondo momento;

Sperando di avervi reso un minimo l’idea per quanto riguarda le potenzialità dell’indice GNH, vi consiglio qualche lettura che è stata a me fondamentale per la stesura di questa tesi:

Share Button

Comments

comments

Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)