Partiamo? Partiamo!

Non siamo più nell’era delle imprese con 100 dipendenti e milioni di fatturato. La situazione economica, a parte rarissimi casi, non permette più di investire su un progetto cifre esorbitanti, non permette più di avere un’attività con costi fissi copribili solo da volumi di vendita giganteschi e costanti, non permette più di avere troppi dipendenti poichè il cuneo fiscale è alto e la busta paga costa troppo.
Siamo in un’era dove può funzionare ciò che è piccolo ed ha piccoli costi fissi, facili da coprire anche in momenti di crisi e di assenza di entrate. In un’era dove a volte basta una scrivania ed un pc per poter aprire un business con il proprio amico. In un’era dove il “core” è sempre in fase beta pronto ad aggiornarsi e migliorare QUOTIDIANAMENTE.

START UP! La definizione di start  up è “fase iniziale di attività di un’impresa”, ma nell’accezione generale ormai, tale risultato si è molto arricchito fino a raggiungere una definizione molto più complessa: “la start up innovativa è una società di capitali che possiede tali requisiti:
-maggioranza delle quote, detenute da persone fisiche;
-attiva da meno di 4 anni;
-produzione annua sotto i 5 milioni;
-non ha distribuito e non distribuisce utili;
-non è stata costituita da fusione o scissione societaria;
Oggetto sociale esclusivo: sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

L’ultimo punto è ovviamente ciò che interessa di più a noi creativi!
Ma come iniziare?
Innanzi tutto vi consiglio di leggervi il manuale STARTUP NOW, acquistabile a 5 euro (gratis se siete abbonati) sul sito del Sole24ore che il sito stesso descrive così: “Come si diventa startupper? Ecco la guida per dare vita a una impresa innovativa. Le novità del decreto di Corrado Passera in tema di start up, i numeri del mercato del venture capital, le storie di chi in questi anni ha creduto nelle proprie idee. Nell’e-book troverete l’analisi del pacchetto di misure per sostenere le startup, l'”how to” ovvero le istruzioni per far nascere la propria azienda e la spiegazione di come accedere agli incentivi per chi vuole investire in imprese innovative. Una selezione di articoli e commenti tratti da Nòva 24 contribuiranno a definire il contesto italiano e quello internazionale: la cronaca dalla Silicon Valley, il funzionamento degli incubatori, cosa chiedono gli investitori per puntare su un progetto imprenditoriali. All’interno il testo integrale del decreto, un glossario animato in forma di tag cloud e il rapporto sulle start up della task force del ministro Passera. Una manuale per chi ha idee.”

Quando avrete ben chiaro come muovermi tra la giungla burocratica italiano e quando il progetto che vorreste concretizzare è ben chiaro nella vostra testa, allora potrete iniziare a trovar fondi.
Il modo più “innovativo” per cercare soldi è usare il sito KICKSTARTER . In questo sito potrete esporre il vostro progetto, i vostri obiettivi e chiedere il quantitativo di denaro che pensiate vi serva. La concorrenza è alta, ma non pensiate che sia impossibile avere successo. L’imporante è che esponiate il vostro progetto in modo chiaro e che questo sia ovviamente originale e non scopiazzato.

In questo articolo di Wired viene spiegato come Kickstarter non sia però l’unica soluzione!

Un altro modo per trovare fondi per iniziare il proprio progetto, è presentarlo a qualche concorso dedicato alle Start Up. Se cercate in rete troverete sicuramente qualche iniziativa. Sempre su Wired ieri hanno nominato le idee vincitrici al concorso del Festival della Scienza (qui).
Restando ancora in Italia si può fare affidamento sul programma Working Capital di Telecom Italia che investe 2,5 milioni all’anno nelle Start Up. Fate un salto sul sito e provate ad iscrivere la vostra idea. Più di 60 altre imprese hanno avuto successo.

Mi raccomando però, “be creative, be different, be the first!” ;)

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Luca Murta G. Cardoso
luca.murta@gmail.com

Gioco a basket e sono appassionato di fotografia, viaggi e politica. Mi sono laureato in Economia indirizzo business management. A seguire ho eseguito un master in web marketing ed un corso in project management al Politecnico di Milano. Per sopravvivere, faccio quello che viene definito come "project manager" anche se è troppo altisonante come nome. In realtà mi diverto :)