La crisi del 2008 spiegata attraverso orti e carote

A 10 anni di distanza subiamo ancora le nefaste conseguenze della crisi statunitense iniziata nel 2006 e culminata nel 2008.

E’ un evento storico di cui si parlerà nei libri di storia al pari dell’attacco alle Torri Gemelle, al fenomeno delle migrazioni o al problema del terrorismo.

Ma se di Osama Bin Laden conosciamo volto, usanze e capitolazione o se di immigrati parliamo a vanvera davanti al caffè con un conoscente, delle cause scatenanti della crisi economica, non sappiamo praticamente nulla.

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I-crisis

Articolo a firma di Paolo Tex Tessarin

Dicembre è tradizionalmente mese di bilanci economici, di analisi di dati micro e macro, di famiglie ed aziende che tirano le somme e mass media che improvvisano teorie economiche da dare in pasto ai cittadini come noccioline. Tutto questo assume ancora più rilevanza in tempi di crisi e gli acquisti natalizi diventano la più facile cartina di tornasole di come gli italiani vivano e percepiscano la propria condizione economica. Il dato generale indica una flessione nei consumi attestata intorno all’8% rispetto all’anno precedente: in realtà la singola cifra di per sé può dire poco, dato che la percentuale andrebbe disaggregata per area geografica, per settore merceologico di consumo e chiaramente per categoria sociale. Preferisco però andare ad analizzare la “percezione della ricchezza” che gli italiani oggi hanno, più che la ricchezza espressa dai nudi indicatori economici, e voglio provare a farlo attraverso un paio di esperienze personali dirette.

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